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RONDÒ PER GIARDINI. Storie di giardini e altre storie

12,00 

Descrizione

Formato cm 14,8×21,0 cm, brossura, 117 pp.

«Mi sono perduta in molti giardini; in ognuno di loro ho percepito per un attimo uno stato di grazia, un altrove spazioso di luce, d’ombre, e di silenzio e di pace. Una subitanea, inspiegabile nostalgia. Un’idea di paradiso?».
Il libro è un viaggio che parte dai giardini di Plinio il Giovane e attraverso quelli descritti dall’umanista Andrea Navagero, amico di Bembo, Raffaello e Baldassar Castiglione, arriva/torna a quelli di Venezia e a quelli delle ville palladiane dell’area veneta nonché delle ville realizzate da quanti ad Andrea Palladio si sono poi ispirati, passando per quelli di Spagna (La Moratalla, vicino a Cordoba, Il Pazo de Oca in Galicia, la Casa de Pilatos e la Casa de las Dueñas a Sevilla) senza dimenticare il giardino inglese. Per farlo si serve anche della restituzione pittorica che di parchi e giardini hanno fatto gli artisti, condendo quelle descrizioni con le “storie” – intricate e intriganti – di quanti quei giardini hanno commissionato e di coloro che li hanno progettati e realizzati. “Storie” che portano a villa Pagani Gaggia, a villa Sagredo, a villa Pisani, alla Scarzuola di Tomaso Buzzi, ma anche alla Villa Reale di Monza, nei giardini della Reggia di Caserta oppure nel giardino realizzato sulle pendici dell’Etna dal duca di Bronte, ovverosia l’ammiraglio Horatio Nelson, e dalla sua amante, Lady Emma Hamilton.

 

Andrea Di Salvo, Ida Tonini e il giardino ritornante, in “Alias” supplemento de Il Manifesto.

Rossella Sleiter, “Il Venerdì di Repubblica”, 17 giugno 2022:
NATURA arte dei giardini intrecciata a quella dei memoirs, ricordi di vita vissuta, ha creato un piccolo capolavoro letterario, Rondò per giardini. Storie di giardini e altre storie di Ida Tonini, studiosa e appassionata di luoghi fioriti e personaggi che li hanno creati o capiti. Già dall’inizio, l’Aesculus hippocastanus, l’ippocastano introdotto dall’India, con la sua fioritura bianca o rosa a grappolo, ci introduce nel primo giardino veneziano della sua infanzia, lì dove la madre, botanica senza saperlo, coltivava sassifraghe (oggi si chiamo Bergenie) e curava gli alberi di Pier delle Vigne, ovvero le Lagerstroemia, dai rami contorti e spogli in inverno, che a centinaia riempivano il Bosco dei Dannati dove Dante incontra appunto Pier delle Vigne. E poi via via, come una matassa che si srotola andando avanti e indietro tra Spagna, Francia, Inghilterra, Sicilia, Napoli, Roma, Monza si torna sempre a Venezia, Verona e Vicenza dove paesaggi e pergolati riportano a Tiziano – che aveva un giardino oggi scomparso – a Tintoretto, a Casanova, a Palladio, con le sue celebri ville venete dove l’arte dei giardini romani si ibrida con quella dei giardini arabi in Spagna per diventare altro, pura armonia. E poi a Goethe, Stendhal, Ruskin nel secolo del Grand Tour in Italia. E tanti ancora, tra letterati e musicisti, che lasciamo al lettore di scoprire. Qualcuno però merita di essere anticipato: Horatio Nelson, l’ammiraglio, e la creazione di Bronte, 13 mila ettari di bosco e aranceti in Sicilia, “il posto più felice d’Europa” scrive Nelson. E lady Emma Hamilton, la sua bellissima amante che non disdegnava le attenzioni di Maria Carolina, regina di Napoli, e che introdusse a corte sia Joseph Banks, il cacciatore di piante, che John Andrew Graefer, l’autore del “giardino inglese” della Reggia di Caserta, dove arriva la prima camelia, già nota in Inghilterra, mai vista in Italia.

 

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