Descrizione
Formato 16,8×24 cm, brossura, ill. B&N, XV+310 pp. Prefazione di Marcello Teodonio, appendicer di Elio Di Michele, xilografie di Francesco Salandri, ricerca iconografica di Roberto Marinelli
La poetica ufficiale di Loreto Mattei (Rieti, 1622-1705) si inserisce nella cultura letteraria della riforma cattolica ed è ben rappresentata dal Salmista toscano (1671), prima traduzione in italiano dei Salmi davidici, dalla Metamorfosi lirica d’Horatio parafrasato, e moralizato, che vide la luce a Rieti nel 1679, con più ristampe a Bologna, e ancora dall’Hinnodia sacra, gli inni del Breviario Romano messi in versi.
Un ruolo importante ebbe, come grammatico, con la Teorica del verso volgare, e prattica di retta pronuntia, con un problema della lingua latina, e toscana in bilancia, stampato a Venezia, nella quale oltre a trattare di metrica volgare e di ortoepia, teorizza la superiorità del toscano sul latino. Nel 1692 fu accolto in Arcadia con il nome di Laurindo Acidonio. Negli ultimi anni, lavorò all’Erario reatino, historia dell’antichità, stato presente, e cose notabili della città di Rieti, rimasto incompiuto per la morte.
Assolutamente sorprendente e quanto mai originale è il fatto che, accanto all’intellettuale ligio e morigerato, un’altra parte della sua produzione (rimasta inedita fino al XIX secolo) presenta un poeta stravagante e trasgressivo, nelle forme come nei contenuti. I suoi Sonetti in dialetto reatino costituiscono un unicum e non solo fra i contemporanei; non è un caso se, per un’apparizione a stampa dovrà trascorrere oltre un secolo dalla sua morte. Se ne può supporre una circolazione non ufficiale, probabilmente anche orale, come accadrà più tardi per il Belli, che lesse e tenne ben presenti i sonetti dialettali del reatino.
I più recenti studi restituiscono al Mattei un ruolo di primo piano nella letteratura dialettale nazionale.