Descrizione
140 p., f.to cm 24×17, ill.b/n, brossura.
Il titolo riprende e sviluppa lo studio di un documento, relativo ad un modello palaziale in dodici ambienti, del quale è stata evidenziata, in precedenti studi dell’autrice − che ne ha ricostruito la tradizione manoscritta dalla metà del VI no al XVII secolo − la natura di “luogo simbolico e ideologico prima ancora che ma- teriale”, forma archetipica che, dall’Oriente antico no alla prima età moderna, ha espresso la natura del potere e la funzione del sovrano. Questi, associato all’astro solare (Le Roy est sur la terre ce que le Soleil est au ciel) che, nel suo moto annuale, sosta nelle dodici case dello zodiaco e dall’alto tutto controlla esercitando la giustizia, è stato considerato da molteplici culture e civiltà (egizia, sumerica, persiana, romana, tardo antica e a seguire no alla Francia di Luigi XIV, il Re Sole) il garante della pace e dell’ordine cosmico. Nelle tradizioni giuridico-letterarie e negli ambienti eruditi, che hanno conservato e trasmesso il documento nella duplice versione ampia e breve, nonché in un glossario intitolato de domiciliis − il palazzo in dodici ambienti, in cui il sovrano dimora, costituisce il simbolo politico-giuridico, la rappresentazione tangibile della sovranità. I principali vettori della circolazione, conservazione e trasmissione del modello letterario della forma pala- ziale in dodici ambienti sono individuati dall’autrice: nell’ambiente politico culturale ostrogoto, espresso da Cassiodoro − che della politica, anche edilizia (Formula Curae Palatii), del sovrano Teodorico fu indiscusso ispiratore − e dalla città di Ravenna già capitale imperiale e, successivamente capitale del Regno; dal mondo longobardo, non solo nella capitale, Pavia, ma anche nei ducati di Spoleto e di Benevento, segnatamente nell’area beneventano cassinese che del glossariolum de domiciliis assicurò la conservazione e la di usione; da ultimo, in ne, nella ri essione teorica nonché nella produzione letteraria − ricca del suggestivo repertorio di leggende e di miti − di Otto Frisingensis episcopus, Ottone vescovo di Frisinga, zio dell’imperatore Federico I Hohenstaufen (il Barbarossa). E che nei palatia si concentri la simbologia del potere imperiale è chiaramente espresso dalla legislazione dell’imperatore, in considerazione del fatto che ne formano l’oggetto principale. Il volume è completato da un’appendice − ampia e circostanziata, con ricco corredo di piante, relative ai siti esaminati − nella quale l’archeologa Annarita Martini, presenta lo stato degli studi relativi ai più rappresenta- tivi impianti palaziali fatti realizzare dai sovrani carolingi e sassoni, ne illustra le caratteristiche architettoniche, espressione non solo di precise funzionalità, ma anche di una simbologia che rendeva riconoscibili i complessi architettonici come palatia e traccia, in conclusione, un bilancio della ricerca archeologica in Germania.
ORSOLA AMORE, storica del medioevo, ha insegnato Storia Medioevale e Antichità e Istituzioni Medioevali presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”; si occupa prevalentemente di simbologia del potere, pur impegnata in altri ambiti di ricerca quali la storia del territorio, la morfologia degli insediamenti, l’uso delle risorse naturali, le trasformazioni dell’ambiente. Oltre ai numerosi articoli in riviste scienti che specializzate, si segnala la monogra a De Palatio in Passione omae, Miti e leggende tra immanenza e trascendenza in Occidente e in Oriente, Archivio per la storia del diritto medievale e moderno 3 (Bologna Monduzzi 2011; 2° ed. Milano Editoriale Cisalpino 2012).
ANNARITA MARTINI, ha studiato Archeologia e Storia Medievale presso l’Università degli Studi Roma “La Sapienza”; dal 1997 al 2001 ha lavorato in Germania presso il centro di ricerca sul Palazzo imperiale di Ingelheim sul Reno per il Landesamt für Denkmalp ege Rheinland-Pfalz, Abt. Archäologische Denkmalp ege Amt Mainz. Negli stessi anni ha svolto il dottorato di ricerca presso l’Università Otto-Friedrich di Bamberg con tesi sulla ceramica medievale di Ingelheim am Rhein (pubblicata nel 2006). Dal 2011 lavora per la società Zètema Progetto Cultura presso i Musei Capitolini di Roma.