Descrizione
14,8x210h mm, 99 pp., ill. bianco e nero e colori
Introduzione di Elena Pettinari
Immergersi nella lettura di questo insolito scritto significa dapprima lasciarsi accompagnare dall’autore nello stesso viaggio intrapreso da Federico Zeri fin dal 1949 con le sue ‘vacanze umbre’, facendo base a Spoleto e percorrendo in auto, palmo a palmo, tutta la nostra regione in una sorta di operazione di pulizia dalla polvere di una nobiltà dispersa, delle pietre più nascoste, di campagna, di montagna, di quegli ambienti rurali avvolti nella sacralità austera delle nostre terre. Poi, in epoche più prossime alle nostre, seguendo le tracce del trittico del Maestro di Eggi, ritrovarsi, con un salto temporale degno di un romanzo o di un giallo storico, in una dimensione metropolitana e internazionale in cui non potremo non appassionarci a vicende che sfiorano ambienti di spionaggio, esoterici, utopici e financo distopici.
Significa altresì entrare in quei meccanismi, sconosciuti ai più, che regolano il mercato dell’arte: quello più basso in cui noi antiquari ci barcameniamo a reperire opere che abbiamo disperso in tempi passati, proprio come fece l’illustre mercante Volterra di Firenze con il trittico del Maestro di Eggi, incuranti del vuoto culturale lasciato da un’opera sottratta al luogo destinatogli dalla committenza, e quello più alto, dei galleristi e delle case d’asta, in cui tutti i movimenti appaiono leciti e di straordinario valore, purché si accontentino i desideri dei grandi collezionisti sub asta, appunto ‘sotto l’asta’.
Troveremo ‘due mondi’ in antitesi, in gran parte del libro. ‘Due mondi’ a cui ci si può abituare e che non spaventano solo se si è pronti a lasciarsi navigare dalla corrente dell’arte in ogni sua qualsivoglia forma ed espressione. E se il mondo dell’arte del Trecento e del Quattrocento ci sembra quanto di più lontano dalla cultura teosofica del pittore Roerich, cui Quirino arriva seguendo il percorso del trittico attraverso il mondo delle aste, non ci appare più un legame da realtà parallela se, tra le pagine, scopriamo come anche a Roerich il necessario e fatidico viaggio italiano tra i capolavori pittorici abbia cambiato e rivoluzionato il suo modo di rapportarsi allo spazio, alle vedute, alla costruzione pittorica e al suo lato spirituale. Certo, il profilo delle colline umbre non è quello delle alte e vertiginose creste himalayane, ma, evidentemente, entrambe non rimangono meri ricordi fotografici, bensì impressioni dell’animo.
Se poi vogliamo continuare a seguire il percorso che porterà il trittico dall’abbazia di Piedipaterno prima al Museo Roerich negli Stati Uniti, successivamente in asta e poi chissà dove, i personaggi che appaiono a vario titolo in questo viaggio sembrano magicamente avere tutti un senso, e forzatamente si può parlare di vicende regolate dalla legge del Karma, come avrebbe voluto il nostro teosofo che lo ha portato via dall’Italia, lo ha amato, posseduto e disperso, complice di una spoliazione a cui solo il dio internet forse ha posto un freno, permettendo alle opere d’arte di tornare anche indietro o fisicamente o metafisicamente come in questo caso.
SOMMARIO
Presentazione: Elena Pettinari
I. Federico Zeri e il Maestro di Eggi
I.1 – L’album fotografico L’Umbria Meridionale Monumentale e Pittoresca dell’Istituto d’Arti Grafiche annesso al Convitto INOIS di Spoleto
I-2 – Federico Zeri e il Maestro di Eggi
a – Federico Zeri e l’Umbria
b – Il Maestro di Eggi. Le commissioni benedettine: gli affreschi delle abbazie di San Giuliano al Monteluco di Spoleto e di San Pietro in Valle presso Ferentillo
I.3 – Il Maestro di Eggi: le commissioni minori, la pittura votiva
II. Federico Zeri, il Maestro di Eggi e il teosofo Nikolaj K. Roerich
Bibliografia
Sitografia