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Carlo Faina, “Umbria verde”, con un contributo di Raffaele Davanzo

19,00 

Descrizione

148x210h mm, XXV+260 pp., ill.

Edita dalla Paravia di Torino quasi esattamente 100 anni fa, nel 1925, Umbria Verde faceva parte di una collana di piccoli almanacchi regionali la cui pubblicazione era stata stabilita dalla riforma scolastica delineata dal ministro Giovanni Gentile nel 1923. Dovevano essere dei testi sussidiari per le ultime tre classi elementari e secondo l’idea del ministro-filosofo idealista dovevano toccare tutti i possibili temi riguardanti la storia, la geografia, l’economia, e in fondo lo stesso vivere quotidiano delle popolazioni di ogni regione, con particolare riferimento alle tradizioni, ai dialetti, alle storie di singoli personaggi e delle città, paesi e valli. Gentile era convinto che la presa di coscienza di ogni alunno italiano di essere parte di una grande nazione doveva passare attraverso lo studio delle sue radici locali e regionali, in modo tale che dopo sarebbe stato pronto a essere introdotto ai grandi temi dell’Unità e dello spirito italiano di Nazione: così si sarebbe favorito il passaggio anche psicologico dalla piccola alla grande patria. Ben nove case editrici principali aderirono alle linee-guida stabilite dal Ministero: la Paravia di Torino, che pubblicò questo testo sull’Umbria, a dimostrazione dell’importanza che veniva data a queste pubblicazioni fece coordinare la serie dei suoi almanacchi regionali al geografo Roberto Almagià, un vero umanista che declinava strettamente storia, geografia, paesaggio, economia. L’Almagià per il volume sull’Umbria si rivolse a Carlo Faina, un giovane economista appartenente a una famiglia che aveva già organizzato importanti realtà imprenditoriali.

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