Descrizione
17×24; pp.302; ill. b/bn
presentazione di Renato Covino
introduzione di Paolo Belardi
SOMMARIO: Buio in città di Paolo Belardi; Rilevazione dei cine-teatri storici Lilli e Turreno di Perugia in attesa di futuro. Cinema-Teatro Turreno. Scheda di rilevazione; Cinema-Teatro Lilli. Scheda di rilevazione; Indice dei nomi di persona
So bene che la forma delle nostre città storiche è stata plasmata dalla pratica del riuso inventivo e che, nel corso dei secoli, è stato necessario tradire il passato per custodirlo e consegnarlo al futuro, ma so anche che i nostri antenati erano meno evoluti dal punto di vista tecnologico, ma erano più sensibili dal punto di vista culturale. Non a caso molti anfiteatri repubblicani sono diventati fortezze, molte basiliche pagane sono diventate chiese e molti conventi francescani sono diventati scuole, ma c’è una ragione ben precisa, che per l’appunto chiama in causa la compatibilità tipologica, se nessun anfiteatro è diventato un mercato, se nessuna basilica è diventata un ospedale e se nessun convento è diventato uno stadio […]. Purtroppo però, immersi nell’era dell’economia imperante, siamo ingannati dal falso convincimento che, per risolvere i problemi che affliggono una città, basti vincere un bando europeo e reperire le risorse finanziarie capaci di far quadrare il “business plan” redatto dagli esperti di management: una condizione evidentemente necessaria, ma certo non sufficiente, perché le risorse finanziarie sono l’effetto delle idee e non la causa delle idee. E, per risolvere i problemi che affliggono una città, serve soprattutto un mix di conoscenza profonda e di coraggio ideativo alimentati da un sano realismo visionario. Lo stesso realismo visionario che molto tempo fa spinse Alessandro Arienti a costruire il suo teatro sopra un’antica schiera medievale e che convinse Dino Lilli a fronteggiare un fastoso condominio liberty con un algido cinema razionalista. Senza la conoscenza profonda […] e senza il coraggio ideativo […] , qualsiasi discorso sull’ex Cinema-Teatro Turreno e sull’ex Cinema-Teatro Lilli sarà sempre oscurato da tinte fosche, che ridurranno la nostra città al buio: senza speranze e senza sogni. (dalla Prefazione di Paolo Belardi)
Matteo Pacini (Foligno 1980) si divide tra l’attività di curatore d’arte contemporanea e lo studio del territorio attraverso la catalogazione del patrimonio industriale e urbano dismesso. Tra le mostre riguardanti il patrimonio industriale si ricordano: I paesaggi dell’industria, presentata al Milano Photofestival 2012 (Galleria Artespressione Milano, catalogo a cura di Angelo Pietro Desole, introduzione di Elio Grazioli, CRACE, Narni 2012) e Appunti Post Apocalittici, progetto fotografico di Luca Centola presentato in Svizzera alla rassegna Carona Immagina nel giugno 2017. Le sue approfondite campagne fotografiche, realizzate prima che gli interventi di riqualificazione ne compromettano irrimediabilmente l’originalità, accompagnano la schedatura dei siti e la ricerca storica, costituendo un prezioso archivio sulla memoria delle preesistenze da consegnare alle generazioni future. Con l’editore Il Formichiere ha pubblicato L’Agenzia Coltivazioni Tabacchi di Perugia. Una scheda di rilevazione (2017). Vive e lavora tra l’Umbria e Milano.