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1944-1946: GLI INGLESI ALLA STRANIERI DI PERUGIA. Dai concerti dell’Army School of Education agli Amici della Musica: un percorso di democrazia

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Descrizione

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168×240 mm, 234 pp. , ill.

La città di Perugia è entrata nell’età della libertà e della democrazia nel segno della musica.
Il primo atto creativo di un comune dalle antiche tradizioni medievali che era stato marginalizzato nello Stato Pontificio e avviato a un faticoso rinnovamento dall’annessione al Regno sabaudo, fu indubbiamente propiziato dalle forze di occupazione inglesi che nel 1944 si impadronirono di un centro appena sfiorato dai bombardamenti.
Si deve forse al comandante inglese, il colonnello Vaughn, l’ideazione di una serie di concerti domenicali offerti ai militari di stanza a Perugia e ai civili. In un momento in cui la guerra conosceva, sul fronte occidentale e sul Pacifico, le fasi più cruente, a Perugia si ascoltavano Mozart, Beethoven e Puccini interpretati da artisti di alta qualità (Petre Munteanu, Mascia Predit, Gaspar Cassadó, Gioconda de Vito, Tito Aprea).
L’insediamento di Aldo Capitini, il filosofo della non-violenza, come commissario straordinario della Stranieri, vide il musicista perugino Francesco Siciliani, già attivo nella direzione artistica di teatri, brillante portatore di grandi idealità, ricoprire l’incarico di docente di Storia della Musica italiana dell’Ateneo internazionale. Su questo percorso Siciliani seguiva l’indirizzo programmatico impresso alla Stranieri da Guido Visconti di Modrone che, dal 1935, aveva realizzato nella dimora dei Gallenga un progetto di rivisitazione e conoscenza delle antiche fonti della musica italiana che porterà, nel 1937, alla creazione della Sagra Musicale Umbra. Nel momento in cui Siciliani e il colonnello Vaughn riprendevano i loro percorsi di carriera, il proseguimento dei concerti domenicali fu affidato a un Comitato Anglo-Italiano formato da maggiorenti locali. Nel giugno del 1946 il Comitato si trasformò nell’Associazione degli Amici della Musica di donna Alba Buitoni, figura carismatica che traghettò l’aurorale istituzione verso la modernità. Nel momento in cui si proclamava la Repubblica Italiana, Perugia inneggiava alla libertà coi tre memorabili concerti che si svolsero nell’aula magna di palazzo Gallenga: Quartetto Italiano, Roman Vlad e Nicola Rossi Lemeni con Giorgio Favaretto. Da allora, per settantasei ininterrotte stagioni, gli Amici della Musica continuano il loro luminoso cammino all’interno della Fondazione Perugia Musica Classica che ha come presidente Anna Calabro e come direttore artistico Enrico Bronzi.

STEFANO RAGNI è un musicista di formazione umanistica che ha esercitato la professione di concertista, didatta, docente, educatore e divulgatore. Dopo la laurea in filosofia e i diplomi musicali ha insegnato nei Conservatori di Pesaro e Perugia. Da oltre trenta anni è docente di Storia della Musica nell’Università per Stranieri di Perugia.
Col suo progetto La parola musicale. La lingua italiana e la musica ha avvicinato generazioni di giovani di tutto il mondo alla conoscenza della musica italiana. Il suo testo Corso di storia della musica italiana per studenti stranieri è stato diffuso in tutti i Paesi dove si ama la cultura italiana. I suoi lavori musicografici su Casanova, M.de de Staël, Goldoni, Gustavo e Cristina di Svezia, Rousseau e Haendel costituiscono un prezioso supporto a una visione complessiva della dimensione musicale colta nei suoi rapporti evolutivi con la storia e la cultura.
Uno specifico interesse sulla dimensione musicale presente nella visione politica di Giuseppe Mazzini, lo vede compilatore di un’edizione criticamente orientata della Filosofia della musica, edita dalla Domus mazziniana di Pisa.
Per i tipi de Il Formichiere ha pubblicato Enzo Tei. Tenore perugino.

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