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150 anni di elezioni comunali a Bastia. Personaggi, politica, vicende (1860-2009)

20,00 

Categoria: Product ID: 1848

Descrizione

280 p., f.to cm 24 x 17, illustrato b/n, brossura con alette.

Come era l’istituzione comune nelle epoche passate, a partire dall’annessione al Regno d’Italia, negli anni successivi, durante il fascismo, durante la Repubblica?. Chi furono gli amministratori di Bastia dal 1860 al 2012? Come sono stati votati? Quali i funzionari, le leggi che hanno regolato le scadenze elettorali, le procedure amministrative, le competenze attribuite all’ente locale? I ventidue sindaci, i sei commissari prefettizi, chi erano, quale la loro età e professione, quanto durarono in carica, cosa realizzarono nel loro mandato?. E si conoscono i nomi degli assessori e dei quattrocentosessantanove consiglieri? Le risposte le fornisce al completo questo accuratissimo studio, in cui Antonio Mencarelli, ricercatore universitario a Perugia, esamina pazientemente documenti di archivio, delibere di consiglio e di giunta, articoli di giornale, studia le leggi elettorali, i regolamenti, ripercorrendo centocinquanta anni di storia bastiola. Molte le curiosità (o meglio le scoperte) che fornisce Antonio Mencarelli, quando ci squaderna, anno dopo anno, i rinnovi dei consiglieri, che per legge andavano effettuati per la cifra di un quinto ogni anno, degli assessori (per la metà ogni anno), con il metodo del sorteggio e poi ricorrendo all’esame di anzianità di nomina Una analisi che non trova pari in nessuna pubblicazione di simile argomento e che solo condotta in questa maniera fa capire la profonda diversità del concetto di «consiliatura» che si è mantenuta per sessanta anni, modificata solo dopo la prima guerra mondiale.  C’è poi narrata la vita politica locale, con il rispetto per l’istituzione comune, con la figura dei funzionari che costituivano il tramite con la popolazione (il segretario, il medico condotto, il veterinario, l’insegnante elementare, l’ostetrica). Politica che aveva i suoi momenti tormentati, con le dimissioni, le piccole beghe locali, le rivalità personali. Ne esce una Bastia ottocentesca fino alla seconda guerra mondiale, poi fortemente desiderosa di entrare nella modernità, con l’arrivo del progresso, con il lavoro nelle fabbriche, con la libera iniziativa.

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